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“Senza accettare il fatto che tutto cambia, non riusciamo a trovare una perfetta compostezza. Ma, sfortunatamente, sebbene sia vero, è difficile per noi accettarlo. Perché non possiamo accettare la verità della transitorietà, noi soffriamo.”
Shunryu Suzuki
Uno degli interessi principali che avevo prima di andare in Giappone, parecchi anni fa era quello di fare un’esperienza in un monastero Zen. Ho avuto la possibilità di soggiornare più volte, presso differenti mnasteri Sono sempre stata affascinata da questa forma di buddismo, così famosa nella letteratura occidentale. A differenza di quello che possiamo pensare noi occidentali, la realtà in Giappone è decisamente diversa e questa esperienza è stata fondamentale per capirla
La sveglia suona molto presto nei monasteri buddisti giapponesi, al sorgere del sole, quando i monaci si radunano per la preghiera mattutina. Chi sceglie l’ospitalità nei shukubo, le foresterie dei monasteri giapponesi, rispetta la severa scansione della giornata dei monaci, con cui può condividere anche i momenti di meditazione, i pasti strettamente vegani, la copia delle sutre (i testi sacri del buddismo) e le cerimonie del fuoco o del tè.
Dal Koyasan si torna con il ricordo dei passi silenziosi e svelti dei monaci, la loro cortesia, il profumo dei boschi, il silenzio dell’alba, i rituali lenti e precisi delle cerimonie del tè, i templi senza sfarzo, la cura dei giardini, i dolci rintocchi di una campana che scandisce la giornata. In una parola, con l’armonia.